Hacienda Queiles

Da un lato c'è il Moncayo, la cima più alta della Cordigliera Iberica con i suoi quasi 2.500 metri di altezza; e dall'altro il fiume Ebro, il più grande della penisola, che nel suo corso raccoglie le acque di un altro fiume, il Queiles, che dà il nome alla valle su cui si trova la tenuta.

Nel corso della storia, dai Romani agli Arabi, l'oliveto è sempre stato presente e strettamente legato alle tre abbazie cistercensi che si insediarono nel XII e XIII secolo. È una terra di temperature estreme, con terreni sassosi e scarsa capacità di ritenzione idrica, caratteristiche che conferiscono un carattere distintivo ai suoi succhi di oliva.

È in questo ambiente particolare che si trovano gli oliveti e il frantoio. Con una superficie di 65 ettari, la piantagione conta 20.000 ulivi in un contesto tradizionale della varietà Arbequina e della varietà Arróniz, autoctona della Navarra. All'Hacienda Queiles sono stati i primi in Spagna a raccogliere le olive a maturazione precoce, che arrivano al frantoio, situato nella stessa parcella, in condizioni perfette. Un'oliva che, tra l'altro, non viene scossa, ma raccolta a mano per evitare di danneggiare l'albero e il frutto.

I nomi scelti per i loro AOVE sono infatti un richiamo al passato. Abbae de Queiles è letteralmente l'olio dell'abate. Infatti, 900 anni fa la tenuta apparteneva a un monastero cistercense, le stesse terre che un tempo erano state scelte perché più adatte all'agricoltura. Alhema de Queiles rende invece omaggio al passato di Tudela e al sistema di irrigazione degli orti progettato dai musulmani. Una parola storica (alhema) che significa letteralmente il diritto che la città aveva sull'acqua del fiume Queiles