Dominio do Bibei

Quando hanno pensato di costruire la cantina, hanno cercato di valorizzare il paesaggio e di sottolinearne l'unicità da un punto di vista totalmente romantico. Partendo dall'idea che la cantina dovesse dialogare con la natura e cercando di integrarla completamente, hanno deciso fin dall'inizio di dividerla in diversi edifici e distribuirli su un forte pendio a gradini, come si può vedere nelle foto della cantina.

Questa strategia concettuale, basata sul tradizionale sistema di costruzione su diversi livelli, ha permesso di ridurre al minimo l'impatto visivo e di risolvere con successo l'intenzione di utilizzare la gravità come sistema di produzione del vino.

Si è cercato anche di trovare le linee guida che potessero orientare il loro intervento in un territorio così antropizzato e suggestivo. Questo paesaggio di mura o terrazzamenti disposti seguendo le curve di livello è stato modellato dalle mani dei viticoltori che per secoli hanno coltivato queste terre e fa parte di una memoria che suscita un'emozione profonda impossibile da ignorare.

I Romani trovarono giacimenti d'oro e furono i primi a realizzare costose opere ingegneristiche per deviare il corso del fiume e accedere ai sedimenti fluviali. Le antiche miniere romane di Las Médulas e il tunnel di Montefurado ne sono un esempio. Si dice che siano stati anche i primi a coltivare la vite nella zona. Poi caricavano il vino insieme alle lamprede pescate nel fiume per servirlo sulle tavole degli imperatori. Oggi le viti continuano a essere piantate nelle profonde vallate e nelle gole del fiume, rendendo la vendemmia un lavoro quasi eroico.

Il terroir è un elemento che fa la differenza, determina la particolarità ed è il suo marchio di fabbrica. Già nell'antichità, i suoi vigneti erano lontani dalla civiltà, curati da una popolazione di alta montagna che utilizzava i torchi per sopravvivere al rigido inverno. Ci troviamo in un luogo speciale, lontano dalle grandi città e dalle industrie inquinanti. Una terra lontana dal viavai di auto, treni o aerei. Una terra interrotta solo dal suono degli elementi.

La roccia su cui poggia è di origine granitica. In alcune zone abbondano sabbie, scisti composti e minerali come mica, quarzo o feldspato. In altre, invece, ci sono soprattutto argille e ardesia. Ma non c'è solo il terreno.

Il clima è atlantico, con forti contrasti tra le stagioni. Con una media annuale di precipitazioni di 700 mm concentrate in inverno e primavera, l'estate e l'autunno sono più secchi e con una maggiore escursione termica tra il giorno e la notte. Settembre, il mese della vendemmia, è sempre imprevedibile. I venti più forti sono quelli da ovest e sud-ovest.

Nella Ribeira Sacra troviamo un vigneto apparentemente disordinato per quanto riguarda le varietà. Di fronte alla monocoltura dominante, si è deciso di rispettare le scelte dei predecessori e di puntare su un coupage di varietà autoctone, rispettando la visione degli antichi viticoltori.

L'orografia irregolare fa sì che le altitudini oscillino dai 200 ai 700 metri, creando condizioni ottimali per tutte le varietà di uva, bianche e rosse. I vigneti di Dominio do Bibei sono giovani e centenari. Sono state recuperate diverse varietà della Ribeira Sacra, alcune delle quali quasi abbandonate: Mencía, Brancellao, Mouratón, Garnacha tintorera, Sousón, Caiño, Gran negro o "Vella da Caxata"

per i rossi e Albariño, Doña Blanca, Colagadeira, Treixadura e Torrontés per i bianchi.

La vendemmia viene fatta a mano e in modo selettivo in piccole cassette, tenendo conto della natura del terreno, dell'influenza del clima e della varietà. Segue poi un'accurata selezione manuale dei grappoli e dei chicchi.

Dopo la fermentazione, preferiscono usare botti vecchie. Le botti sono conosciute una ad una: ogni sensazione, ogni bosco, ogni storia... la vita di ognuna. Così, vengono usate in base alle varietà e alle parcelle, lontano dalla meccanizzazione. Una volta imbottigliati, i vini riposano in media 18 mesi in cantina.

A Dominio do Bibei non amano i vini alcolici, con molto legno nuovo e molto estratti. Cercano innanzitutto l'eleganza e, in secondo luogo, la complessità data dal tempo, che conferisce una combinazione di sensazioni ai loro rossi. La mineralità e la freschezza sono altre delle loro caratteristiche