Álvar de Dios

Nel 2008, Álvar ha preso in mano un vigneto che ha ereditato da suo nonno. Si tratta di 3 ettari coltivati a più di 700 metri di altitudine con circa 300 viti che questo enologo ha coltivato fin dall'inizio seguendo i principi dell'agricoltura biologica.

Un anno dopo, Álvar ha comprato Vagüera, un piccolo appezzamento di mezzo ettaro di vigneti abbandonati a 950 metri di altitudine a sud del confine di Toro, vicino al villaggio di El Maderal.

Successivamente, Álvar si è interessato alla vicina denominazione di Arribes. Qui ha trovato non solo terreni che ricordano quelli di Gredos, dove si è formato come enologo insieme a Fernando García e Daniel Landi, ma anche una varietà di uve autoctone in grado di conferire freschezza ed eleganza ai suoi vini, qualità che spiccano in tutte le sue produzioni.

Oltre a questi vigneti, Álvar ha anche tre appezzamenti situati nella parte nord-occidentale di Toro, con età comprese tra i 25 e i 40 anni.

In omaggio a suo nonno, Álvar ha chiamato il suo primo vino "Aciano", nome con cui era conosciuto suo nonno nella regione. È un vino fatto con uve coltivate nel 1919, quindi hanno praticamente 100 anni. Questi vigneti sono coltivati con un sistema chiamato "codadura", che consiste nel piegare il tralcio per inserirlo nel terreno e far crescere una nuova vite.

L'annata 2013 di Aciano ha ottenuto ben 94 punti Parker dal critico Luis Gutiérrez, il che ha contribuito a far conoscere al grande pubblico il piccolo progetto di Álvar. Questi magnifici punteggi sono stati mantenuti nelle annate successive, dimostrando l'enorme potenziale di Álvar de Dios, che è già senza dubbio una delle figure emergenti del vigneto di Toro.