Toro Albalá

Toro Albalá è il sogno divenuto realtà di un piccolo agricoltore, José María Toro Albalá, che ha iniziato a salvare vecchi vini per creare gioielli enologici per i palati più esigenti.

Nel tempo, questa idea di conservare i vini ha dato i suoi frutti e alcuni di essi sono oggi tra i vini più ammirati al mondo. Questa filosofia di ricerca dell'eccellenza è stata impiantata nei valori della famiglia e persiste ancora oggi. Così è nata questa bodega nel comune cordobese di Aguilar de la Frontera, sotto la denominazione Montilla-Moriles. Un cambio generazionale negli anni '60 ha portato l'enologo Antonio Sánchez al timone della cantina.

L'eredità di Antonio Sánchez non è solo la creazione di gioielli enologici con il suo stile, ma anche un particolare modo di intendere la cultura del vino legato alle opere letterarie, all'archeologia e alla pittura. L'impegno costante di Toro Albalá è quello di recuperare i tesori enologici che hanno riposato a lungo nelle botti di una cantina che, prima di diventare un'azienda vinicola, era una centrale elettrica. Da qui i riferimenti all'elettricità nei nomi dei suoi vini "fino".

La pazienza è una virtù che spesso dà frutti molto dolci. I Pedro Ximénez di annate specifiche come il 1946, all'interno della gamma Convento Selección, ne sono un esempio. La perseveranza e l'arte di saper aspettare hanno fatto sì che il Don PX Convento Selección 1946 ricevesse 100 punti Parker dalla rivista The Wine Advocate. Un fatto che ha segnato un prima e un dopo per il Toro Albalá, in quanto è stato il primo vino dolce a raggiungere l'Olimpo dei migliori vini.